IN UN MONDO DI QUOTATISSIME TEORIE TANTO ASTRATTE QUANTO INCONFUTABILI
CHE FINE HA FATTO L’ECONOMIA REALE? E LE PERSONE?
Da una parte c’è un mondo di teorie, di istituzioni, di gerarchie, di termini sempre più complicati anche solo da pronunciare. Di gerarchie, di posizioni acquisite, di giochi di potere fine a se stessi.
Massimi sistemi, parolone altisonanti. Lontane dalla vita reale. Dall’economia reale.
Dall’altra parte ci sono migliaia di imprenditori che hanno investito i soldi di famiglia e lavorano onestamente e combattono per sopravvivere producendo beni di qualità e offrendo lavoro. Sono gli imprenditori delle piccole imprese manifatturiere, bloccati dai troppi veti e dalle pochissime possibilità concrete.
Ci sono milioni di lavoratori che non sanno se il mese prossimo continueranno a lavorare e a ricevere lo stipendio. Gli imprenditori sono esausti, strozzati dai costi, dagli infiniti inutili adempimenti, dal credito impossibile.
Sono quegli imprenditori di cui i massimi sistemi si riempiono la bocca, vantandosi dell’economia delle piccole e micro imprese. Ma da cui prendono le distanze riempiendo convegni e pagine di giornali di vuote teorie perfettamente logiche e non applicabili alla realtà.
Ma proprio in questo mondo ci sono donne e uomini normali, che considerano i privilegi inferiori al servizio, che si impegnano ogni giorno per fare attività concrete rivolte gli imprenditori e ai lavoratori. Non gestiscono altisonanti meeting fra pochi fortunati e non parlano di network e di reti per le imprese sostenendo tesi tanto astratte quanto inconfutabili. No. Vanno a trovare gli imprenditori, li fanno conoscere, affrontano per loro la dispendiosissima questione degli oneri burocratici, e creano sul serio la rete con le imprese.
Anziché parlare di metodologie di sviluppo secondo le quotatissime e non applicabili teorie di chi lavora in altri contesti, con altre condizioni e privilegiate opportunità, incontrano le persone, quelle che fanno fatica e che hanno bisogno di aiuto per continuare a lottare. Lavorano ogni giorno con le persone, gli imprenditori e i lavoratori. Articolano quella che i tecnici chiamano la domanda di sviluppo, la domanda di sostenibilità.
Che forse loro, le persone normali, chiamano soltanto possibilità di non soccombere in un sistema di politiche del lavoro la cui governance avvantaggia sempre e solo pochi eletti. Che per essere reale non deve essere calata dall’alto, ma deve essere condivisa. Che per portare risultati misurabili deve essere praticata nel tempo.